Solo in casa mi avventuro in uno zapping adrenalinico in giro per i talk show della primissima serata Mediaset. Emozioni forti, opinioni, capelli importanti, la Palombelli.
Scivolo su Striscia la Notizia e c’è Ezio Greggio per la regia di Antonio Ricci. Sogno enormi insetti morti e torno di corsa da Maurizio Belpietro collegato in diretta da un asilo nazista del 1935. Dicendo cose in parte anche condivisibili nel breve intervallo tra una parola e l’altra. In tutto il suo discorso ho registrato circa 4,3 secondi di silenzio totale in cui sono stato perfettamente d’accordo con Belpietro.
E tutto crolla intorno a me, quando la rubrica I Nuovi Mostri trasmette, con una malignità disarmante, il video di Giordano (quello che sembra un Minion eroinomane) che parla di castrazione facendo con le dita, a favore di camera, il segno delle forbici che tagliano un ipotetico paio di testicoli. Giordano che invoca la castrazione comunque ha un che di sinistro.
Sento che sto per mettermi a urlare, ma irrompe l’amore ed è la pubblicità dei Ringo Boys. Improvvisa. Opportuna. Coi ragazzini che si danno il cinque e uno dei due è di colore. A ricordarmi i valori con cui sono cresciuto: consumismo e integrazione. Il grande mercato globale che ci vuole tutti uguali perché tutti consumatori. Bianchi e neri. In fondo l’uguaglianza degli uomini, lungi dall’essere stata realizzata da qualsivoglia comunismo, l’ha realizzata il capitalismo. Che Dio lo benedica. Tutti uguali, a patto che possiate spendere abbastanza. A ben vedere è il meglio che ci sia toccato nel corso della storia umana.
Ecco.
Non so come sono finito qui.
Ma credo sia colpa di quando la Palombelli ha guardato in camera.